PSICOTERAPIA
COGNITIVO COMPORTAMENTALE
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La psicoterapia cognitivo-comportamentale agisce sui pensieri più immediati e automatici che precedono e accompagnano le nostre sofferenze emotive.
Secondo la teoria della terapia cognitivo-comportamentale, il malessere psicologico dipende spesso da ciò che pensiamo.
Si tratta di idee che passano per un attimo nella nostra mente chiamate “pensieri automatici” e che poi ci rimangono dentro. Secondo questa teoria questi pensieri li diamo per scontati, non li mettiamo in discussione, diamo per garantito che siano veri. Insomma, ci crediamo.
E così, se siamo ansiosi e impauriti, pensiamo e quindi crediamo che ci sta per accadere qualche sciagura, o che siamo persone fragili. Se siamo tristi e depressi, pensiamo che la nostra vita sia andata in malora, che non ci sia più niente da fare per trovare un lavoro o degli amici o salvare una relazione.
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La terapia cognitivo-comportamentale sostiene che non siamo condannati a credere ai nostri pensieri. A questi pensieri automatici, anche se non inconsci, siamo così abituati che ne siamo diventati inconsapevoli
Li consideriamo fatti, cose che non possono essere modificate e che sono di per sé vere, solo perché da sole ci vengono in mente. Ma non è così. Possiamo ripensare a questi pensieri e cambiarli. E dopo averli cambiati cambieranno le nostre emozioni, anche quelle più dolorose: l’ansia e la depressione.
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EMDR
EYE MOVEMENT DESENSITZATION AND REPROCESSING
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EMDR: “Desensibilizzazione e Rielaborazione tramite i movimenti oculari”
L’EMDR ha origini americane, la ricercatrice Francine Shapiro ha avuto una grande intuizione mentre camminava in un parco, ha infatti osservato che il movimento degli occhi, da destra a sinistra, agevolava la riduzione delle emozioni negative legate a ricordi traumatici.
I movimenti oculari sono dunque molto importanti nel protocollo EMDR, in quanto riattivano il nostro sistema innato e naturale di elaborazione delle informazioni e permettono quindi al cervello di rielaborare esperienze di vita stressanti e traumatiche.
Attraverso l’EMDR il terapeuta lavora sul ricordo traumatico del paziente, i movimenti oculari desensibilizzano il ricordo, il quale perderà la sua carica emotiva negativa e verrà rielaborato in una prospettiva più costruttiva. L’evento resterà in memoria ma in un modo più neutro, senza disagio, dolore o sofferenza. In questo modo il ricordo rimane un’esperienza che fa parte della propria vita ma che è stata superata.
Ma quali sono gli eventi traumatici?
Un incidente, un lutto, i terremoti o i disastri naturali, ma esistono anche traumi emotivi di tipo relazionale, ovvero quelli che si generano nella relazione con una figura di attaccamento disfunzionale.
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PSICOTERAPIA SENSOMOTORIA
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La Psicoterapia Sensomotoria è una terapia basata sul colloquio, orientata al corpo. Integra le tecniche psicoterapeutiche tradizionali con interventi incentrati sul corpo, per trattare gli effetti dei traumi psicologici, delle rotture dell’attaccamento, del lutto e della perdita.
Questa terapia considera il corpo come l’elemento centrale dell’intervento terapeutico, presupponendo che la storia raccontata dalla “narrativa somatica” (gesti, postura, prosodia, espressioni facciali, sguardo e movimento) sia più significativa dalla storia raccontata dalle parole. Utilizza quindi specifici strumenti di osservazione e interventi rivolti in primis al corpo.
Nella pratica viene data attenzione alla consapevolezza e ai movimenti corporei, a come aiutare i pazienti a diventare consapevoli dei loro corpi, ad insegnare loro a seguire le sensazioni fisiche e ad implementare azioni fisiche che promuovono l’autostima e la competenza. I pazienti vengono invitati ad osservare la relazione tra sensazioni fisiche, convinzioni ed emozioni. Nell’esplorazione si impara a monitorare come le sensazioni fisiche, le posture e i movimenti condizionano gli stati emotivi e influenzino le parole.
In questo processo il terapeuta aiuta il paziente a diventare curioso e interessato al modo in cui le risposte corporee del passato continuano a presentare la loro influenza nel presente, e a come cambiare queste risposte per consentire un funzionamento più flessibile e adattivo nel presente.